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La vulvodinia è un disturbo vissuto come un disagio, spesso descritto come una sensazione di dolore e di bruciore nell’area vulvare pur in assenza di lesioni cliniche visibili. Se questa condizione non è estesa all’intera vulva ma solo al vestibolo (la zona compresa tra l’introito vaginale e la parte interna delle piccole labbra) si parla di vestibulodinia; si parla di clitoridodinia quando il dolore si concentra sul clitoride.

Il dolore può essere spontaneo oppure provocato da un contatto (rapporto sessuale, indumenti stretti, assorbenti) o da banali movimenti come sedersi o accavallare le gambe. Molto spesso è presente in modo continuativo, accompagnando la donna per l’intera giornata. La vulvodinia colpisce dalla adolescenza alla menopausa.

Il meccanismo più spesso chiamato in causa nella cronicizzazione del dolore/bruciore è la iperattività dei mastociti, cellule deputate alla difesa immunitaria che intervengono nelle reazioni allergiche e nell’infiammazione acuta. Una stimolazione eccessiva di queste cellule provoca una risposta immunitaria abnorme con produzione di sostanze flogistiche responsabili di eritema e di irritazione. Tali mastociti sono responsabili anche dell’attivazione del nerve growth factor (NGF, fattore di crescita nervoso), che promuove la proliferazione delle terminazioni deputate alla percezione del dolore. Ciò si traduce in iperalgesia, cioè in una risposta dolorosa amplificata e/o esageratamente prolungata ad uno stimolo doloroso di per sé modesto.

Il dolore vulvare favorisce anche una reazione difensiva della parte, reazione che provoca uno spasmo muscolare (ipertono del pavimento pelvico) permanente, a sua volta motivo del dolore; si instaura in tal modo un circolo vizioso. Questo ipertono può essere pregresso alla vulvodinia (come accade nei casi di vaginismo) o può essere determinato dalla dispareunia correlata al disturbo.

Questi i sintomi caratteristici della vulvodinia:

  • Dolore e bruciore vulvare spontaneo o conseguente al contatto con gli indumenti; il disturbo è riferito prevalentemente nella zona vestibolare ma può estendersi all’intera area, interessando l’ano e la zona uretrale, con senso di peso sovrapubico e fatica e bruciore ad orinare;
  • Intorpidimento e gonfiore;
  • Forte dolore al tatto e nei tentativi di penetrazione vaginale;
  • Dispareunia (dolore vaginale nei rapporti sessuali);
  • Senso continuo di disagio, ansia e depressione.

Inoltre, la paziente che soffre di vulvodinia:

  • Avverte una sensazione simile a quella evocata punture con aghi; sente fitte o scosse elettriche sul pube, sulla vulva o nella zona perianale;
  • Ha i sintomi tipici di un’infezione (vaginite o cistite) con tampone ed l’urinocoltura  negativi;
  • I pantaloni e gli slip provocano un’irritazione che talora impedisce di stare seduta o di camminare;
  • Prova una sensazione di abrasione all’entrata della vagina;
  • Fatica ad urinare e l’urina brucia;

Questi sintomi durano da più di tre mesi.

La sintomatologia con cui si presenta la vulvodinia, che emerge da un’accurata anamnesi della paziente, sarà di grande aiuto nell’orientare la diagnosi. L’esame obiettivo non segnala alcuna anomalia della parte; talora si osserva un rossore circoscritto alla zona vestibolare, non supportato tuttavia da alcun altro segno specifico di flogosi batterica, fungina o virale.

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